
Anche per questa
settimana il weekend calcistico in Italia subirà molti rinvii a causa del
particolare inverno rigido che sta colpendo il nostro Paese e che sembra
eguagliare il freddissimo inverno del 1956.
Quell'anno è ricordato come uno degli inverni più rigidi che abbia attraversato
la nostra nazione e che provocò numerose vittime e numerosi problemi tali da
alterare la normale vita quotidiana. Questo verrà ricordato invece come
l'inverno che è riuscito a bloccare le attività di una nazione intera con la
chiusura di scuole ed uffici, l'interruzione del lavoro delle industrie e il
conseguente spreco delle merci, stravolgimento dei calendari calcistici con il
rinvio di un "blocco" di partite tra serie A, Bwin e Lega Pro. Tutto
ciò ha fatto nascere numerose polemiche, anche a livello politico in
particolare quelle tra la Protezione Civile e il sindaco di Roma, Alemanno. Può una semplice
perturbazione atmosferica, seppure straordinaria, far scaturire tutti questi
problemi ad un intero Paese? Allora cosa dovrebbero fare le popolazioni
dell'Ucraina, della Russia o della Scandinavia che ogni anno sono costrette a
sopportare inverni sicuramente più rigidi dei nostri? Dovrebbero anche loro fermarsi,
bloccare ogni loro attività, ma così ogni anno perderebbero milioni e milioni
di denaro e regredirebbero vertiginosamente. Queste popolazioni, invece, sono
dotate di un'organizzazione tale da poter ogni anno riuscire a fronteggiare il
problema. L'Italia dovrebbe prendere esempio da questi paesi per non farsi
trovare completamente impreparata nel caso si verifichino emergenze di questo
tipo. Sembra che nei prossimi anni dovremo abituarci a questi
eventi eccezionali che saranno sempre più frequenti , anche ogni 3 o 4 anni, perché secondo gli studiosi
sarebbero causati dai cambiamenti
climatici che hanno provocato il surriscaldamento del pianeta e lo
scioglimento dei ghiacci con le conseguenti catastrofi ambientali che si stanno
verificando.
Francesco Margiotta
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