
E’ evidente in Italia il cambiamento radicale avvenuto
tra ieri e i nostri giorni. Mentre anni fa, una volta completato il proprio
percorso di studi, si trovava facilmente un posto di lavoro poiché le richieste
di assunzione da parte delle aziende erano alte, oggi non basta più laurearsi
per avere un posto fisso, anzi sono tanti i giovani che, nonostante la laurea,
rimangono senza lavoro o lavorano con contratti a tempo determinato e
rischiano, una volta scaduto tale contratto, di non essere confermati e restare
quindi disoccupati. Molti giovani, anche vicini ai trent’anni, vivono ancora a
spese dei genitori perché la riduzione
del budget delle aziende determina una diminuzione dei posti di lavoro
disponibili per i neo laureati che sono quindi impossibilitati a comprarsi una
casa propria a causa della mancanza di risorse economiche. L’Italia ha il record
negativo in Europa per la disoccupazione giovanile: sono 1.138.000 gli under 35
senza lavoro. Tutto
ciò determina la cosiddetta “fuga dei cervelli”, i quali preferiscono tentare un’avventura
all’estero pur di non rischiare di trovarsi un giorno sotto i ponti a vivere
come un “clochard”. Occorre perciò che i nostri politici tentino di migliorare
le condizioni delle aziende affinché possano investire nel lavoro dei giovani e
creino sempre più occupazione, altrimenti l’Italia potrebbe regredire
vertiginosamente a causa della mancanza di lavoratori che porterebbe alla
povertà e alla mancanza di futuro per le nuove generazioni. Inoltre, a causa di
questa grave situazione, stanno aumentando le famiglie precarie che non
riescono ad arrivare a fine mese e molti ragazzi, di età compresa fra i 15 e i
20 anni, decidono perciò di non completare il proprio percorso di studi, preferendo
cercare lavoro sin dalla giovane età,
per poter contribuire, anche se in maniera esigua, a far aumentare il proprio budget
familiare.
Francesco Margiotta
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